Tra COVID e patologia neoplastica: novità in patologia toraco-polmonare

Il Webinar è organizzato dal Prof. Renato Franco.

Durante la pandemia da nuovo coronavirus, il patologo ha ‘riscoperto’ un suo storico ruolo, cercando di far luce sugli aspetti patogenetici della malattia, che può portare ad un progressivo decadimento della funzione respiratoria, attraverso lo studio di biomateriali provenienti prevalentemente da casi autoptici. Così, nell’ambito della patologia non neoplastica polmonare, negli ultimi anni il ruolo del patologo ha acquisito sempre più una maggiore rilevanza per la caratterizzazione di polmoniti interstiziali diffuse, sia con metodi morfologici tradizionali sia con metodi di patologia molecolare. Questi aspetti si aggiungono all’impegno diagnostico in campo oncologico, che negli ultimi tempi si è arricchito di caratterizzazioni molecolari con finalità predittive. Infatti nell’ultima decade, si sono aperti nuovi scenari terapeutici, soprattutto per i tumori polmonari, grazie alla disponibilità di farmaci a bersaglio molecolare e di inibitori degli immunocheckpoint, che hanno condotto ad un significativo miglioramento degli outcomes clinici. Alla base di tutto questo, c’è una stretta collaborazione tra le varie figure professionali che si occupano di neoplasie toraco-polmonari, dove il patologo assume sempre di più un ruolo chiave.
L’obiettivo del virtual meeting sarà quello di affrontare nell’ambito della sessione di patologia non neoplastica, la tematica degli aspetti morfologici noti del danno indotto da SARS-COV-2 in un’ottica eziopatogenetica globale e gli aspetti diagnostici delle polmoniti interstiziali diffuse; mentre nell’ambito della sessione di patologia neoplastica verranno trattate le nuove proposte classificative della patologia timica e di nuove entità di patologia polmonare, nonché nuovi approcci diagnostici della patologia predittiva polmonare.

Update nella diagnostica istopatologica

Il progetto è organizzato dal Prof. Leonardo Resta
“La Diagnosi anatomo patologica, che va integrata con il quadro clinico del paziente, è quindi il risultato della interpretazione da parte del medico anatomo patologo delle caratteristiche morfologiche (macroscopiche, microscopiche) eventualmente integrate dall’analisi di specifiche caratteristiche molecolari, del campione biologico in esame; questo procedimento cognitivo fruisce in minima parte di dati quantitativi generati da strumenti analitici e si basa pressoché esclusivamente sul sapere esperenziale del medico” (ISS, 2015). Questa definizione della diagnostica in Anatomia Patologica richiede un continuo aggiornamento delle conoscenze e delle esperienze del Patologo. Per questo motivo, avere a disposizione in ogni incontro programmato uno tra gli esperti più riconosciuti in Italia sugli argomenti trattati consente di incrementare quel bagaglio culturale che ogni patologo sfrutta nella sua attività diagnostica. Ogni incontro ha una parte teorica di aggiornamento e una parte pratica applicativa con presentazione e discussione di casi offerti dal relatore.
I incontro: diagnostica dei carcinomi polmonari, considerate tra le più frequenti neoplasie umane, dove la ricerca offre sempre nuove interpretazioni diagnostiche e nuovi marcatori indicativi di percorsi terapeutici personalizzati, con valorizzazione del ruolo del patologo.
II incontro: prevenzione secondaria del carcinoma gastrico. Questa neoplasia e i suoi quadri di lesioni pre-neoplastiche fanno dell’esame istologico il miglior regista dell’attività clinica.
III incontro: i tumori delle parti molli sono una continua sfida per la diagnostica istopatologica per le sue innumerevoli entità, sempre in accrescimento, la difficoltà di distinzione tra il benigno e il maligno, la ricerca di marcatori biologici di differenziazione e progressione.
IV incontro: i tumori del colon rappresentano una patologia emergente sia in termini epidemiologici sia in termini terapeutici, vista la possibilità di nuovi farmaci specie nelle forme avanzate. Anche in questo settore il ruolo del patologo è vitale.